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Tasse sui servizi digitali: rinvio di un anno
L’OCSE ha rinviato di un anno l’implementazione di nuove tasse sui servizi digitali (Dst), poiché manca un’intesa sui dettagli tecnici. L’accordo multilaterale per la tassazione delle multinazionali digitali, contenuto nella riforma fiscale internazionale del 2021, rimane in sospeso. Pertanto, 138 membri dell’Inclusive Framework dell’OCSE/G20 hanno accettato di posticipare l’applicazione delle Dst fino alla fine del 2024. I paesi che hanno già in vigore o in programma tasse nazionali sui servizi digitali, tra cui l’Italia, hanno concordato di congelarle fino a quando non verrà conclusa la definizione del primo pilastro della riforma.
Tuttavia, il Canada, la Russia, la Bielorussia, il Pakistan e lo Sri Lanka non hanno approvato l’estensione. Il Canada in particolare ha approvato una nuova tassa sui servizi digitali che entrerà in vigore nel 2024, rischiando un possibile scontro con gli Stati Uniti, che ha sollecitato il Canada a non imporre tale tassa finché prosegue il processo OCSE.
A cosa punta l’OCSE
Il primo pilastro della riforma OCSE mira a ristrutturare i diritti di imposizione sulle multinazionali con fatturato superiore a 20 miliardi di euro e redditività superiore al 10%, prevalentemente nel settore tecnologico. L’obiettivo è spostare la tassazione da paradisi fiscali a paesi con mercati più grandi. Se almeno 30 paesi che rappresentano il 60% delle 100 aziende interessate dal primo pilastro firmeranno l’accordo, il congelamento delle tasse digitali nazionali sarà esteso fino alla fine del 2024, con opzione di estensione fino al 2025. L’attuale polarizzazione politica negli Stati Uniti, tuttavia, rende improbabile la ratifica dell’accordo al Congresso.
Fonte: italiaoggi.it
Germania accoglie la strategia economica cinese
Le associazioni imprenditoriali tedesche hanno accolto positivamente la strategia cinese del governo tedesco, che mira a ridurre i rischi anziché tagliare i legami economici. Tuttavia, alcune associazioni chiedono una maggiore discussione sulle misure concrete, come il controllo degli investimenti tedeschi all’estero. La Germania è preoccupata per l’effetto che questa strategia potrebbe avere sull’economia, considerando i forti legami commerciali con la Cina. Alcune aziende tedesche, come Volkswagen e BASF, hanno sottolineato l’importanza di mantenere una posizione forte in Cina, ma anche di ridurre le dipendenze e di espandersi in altre regioni. Allo stesso tempo, alcune associazioni avvertono che se la Germania non rimane competitiva come luogo d’affari, la Cina potrebbe distaccarsi dall’Europa. In conclusione, le associazioni imprenditoriali tedesche riconoscono i rischi della strategia, ma vogliono garantire un equilibrio tra riduzione dei rischi e opportunità economiche.
Fonte: reuters.com
Le multinazionali convincono Bruxelles: via libera ai pesticidi?
Il Parlamento europeo ha votato a favore della legge sul ripristino della natura, suscitando l’entusiasmo delle sinistre. Tuttavia, il Partito Popolare Europeo delle destre non ha votato in modo compatto, con solo 21 eurodeputati favorevoli. Il totale dei voti è stato di 336 favorevoli, 330 contrari e 12 astenuti. La legge mira a ripristinare le aree naturali perse e prevede la riduzione delle aree agricole. Alcuni, come l’eurodeputato Antonio Maria Rinaldi della Lega, esprimono preoccupazione per i possibili impatti sulla perdita di posti di lavoro e sul settore agricolo e ittico. Si sottolinea che dietro la proposta ci sono le grandi multinazionali che preferiscono importare prodotti a basso costo anziché supportare l’agricoltura locale. Ci sono anche preoccupazioni riguardo all’estremismo nella gestione della questione ambientale.
Fonte: radioradio.it
Le multinazionali della logistica e il Business Park a Milano
Le multinazionali della logistica e le piattaforme di stoccaggio e distribuzione delle merci stanno contribuendo al consumo del suolo in Lombardia, inclusi territori di interesse naturalistico. Due casi specifici sono stati evidenziati: la proposta della Akno Group di creare un “Business Park” nel Parco Agricolo Sud Milano, vicino a Carpiano, e la richiesta della Develog di insediare una piattaforma logistica a Lonato del Garda, in provincia di Brescia, in un’area adiacente a importanti siti naturali. Sono emerse preoccupazioni da parte di residenti, associazioni e autorità locali, che hanno avviato interrogazioni e raccolte di firme per opporsi a tali progetti. La proposta della Akno Group coinvolgerebbe anche aree del Parco Agricolo Sud Milano e l’azienda ha offerto 15 milioni di euro per compensazioni e riqualificazioni. La Develog ha richiesto un’area di 99.000 metri quadrati al confine tra Brescia e Mantova.
Fonte: ilgiorno.it
Proteste contro Uber Eats: le manifestazioni
Uber Eats ha annunciato la sua uscita dal mercato italiano, lasciando circa 3.000 rider senza prospettive lavorative e senza ammortizzatori sociali. Il sindacato NIdiL CGIL ha criticato il comportamento dell’azienda, definendo inaccettabile il trattamento delle piattaforme e delle multinazionali che considerano la forza lavoro come usa e getta, senza alcuna responsabilità sociale. Il sindacato ha proclamato una giornata di mobilitazione nazionale in 10 città italiane per protestare contro questa situazione e per difendere i diritti dei lavoratori delle piattaforme, chiedendo salari dignitosi e maggiore sicurezza. Le manifestazioni si svolgeranno in diverse città, compresa Roma, Milano, Firenze, Torino, Reggio Calabria, Perugia, Napoli, Caserta, Padova e Trieste.
Fonte: ilmattino.it